L'acne non va in vacanza. Ma cosa si cela dietro? Bisogna sempre indagarne le cause e proporre il trattamento più adatto per la cute del paziente. E la luce blue potrebbe essere uno di questi. Dott.ssa Marta Serafino, Clinical Manager
Déesse Acne Awareness, tutto l’anno
Se sei arrivato fin qui, sicuramente almeno una volta nella vita avrai fatto questo semplice gesto liberatorio: schiacciare un brufolo! Oppure avrai già provato mille prodotti cosmetici e/o farmacologici per ridurre ed eliminare quel fastidioso e doloroso inestetismo cutaneo che rappresenta l’acne.
Ma vediamo insieme quali sono le cause più frequenti, come si sviluppa e quali sono i trattamenti attuali alternativi e/o complementari per combattere l’acne.
L’acne, o acne vulgaris, è una malattia infiammatoria cronica della pelle estremamente comune. Si sviluppa in circa l’80% dei giovani adulti e degli adolescenti, e colpisce le unità pilosebacee (follicolo e ghiandola sebacea) della pelle, provocando lesioni infiammatorie o non infiammatorie, cicatrici e iperpigmentazioni (macchie). Si caratterizza come una dermatosi infiammatoria cronica con la presenza di comedoni aperti (detti punti neri), comedoni chiusi (detti punti bianchi) e lesioni infiammatorie come noduli, pustole e papule; le lesioni non infiammatorie, anch’esse presenti, non sono visibili ad occhio nudo.
La patogenesi dell’acne non è stata ancora chiarita ma diversi fattori possono indurre la produzione di acne o aumentarne la gravità, tra cui la genetica, lo stress e il fumo, farmaci (come androgeni, corticosteroidi) e cosmetici che causano l’ostruzione dei pori.
Una volta innescato il processo, sono 4 i principali fattori patologici coinvolti nello sviluppo dell’acne:
- l’aumento della produzione e secrezione di sebo, stimolata dagli ormoni androgeni (in particolare il testosterone)
- la desquamazione follicolare irregolare, a seguito dell’iper-proliferazione dei cheratinociti e della loro mancata eliminazione. Questo provoca appunto la comedogenesi: un accumulo di corneociti desquamati anomali nel follicolo sebaceo (i corneociti sono le cellule che costituiscono lo strato corneo e rappresentano la fase finale del ciclo di vita dei cheratinociti). Si ha quindi la formazione dei comedoni (aperti e/o chiusi) precedentemente descritti
- la proliferazione del Propionibacterium acnes (P. acnes), batterio già presente nella microflora di un normale follicolo sebaceo che, in presenza di grandi volumi di sebo, produce un enzima che favorisce la formazione di comedoni e la successiva infiammazione
- l’infiammazione dell’area, che inizia quando P. acnes viene rilevato dal sistema immunitario. P. acnes può innescare il rilascio di fattori che causano danno follicolare, in particolare la formazione di pustole, noduli, cisti e papule, piene di pus, fino alla classica e fastidiosa eruzione cutanea.
Una volta compreso come si sviluppa tale condizione cutanea, cerchiamo di far luce sui migliori e possibili trattamenti attualmente a disposizione per controllare e trattare le lesioni acneiche esistenti, prevenire il più possibile cicatrici permanenti, limitare la durata del disturbo e ridurre al minimo la frequenza degli episodi.
Ebbene sì, l’acne rappresenta oltre il 30% di tutte le visite dermatologiche. In generale, l’acne può essere trattata per via topica (creme antibiotiche, retinoidi,…) o sistemica (con farmaci orali, antibiotici, antimicrobici, antiinfiammatori, …), con prodotti naturali o trattamenti non farmacologici (laser, peeling). Tuttavia, una combinazione ben studiata di differenti strategie di trattamento, che prendono di mira più di uno dei meccanismi della patogenesi dell’acne, ha spesso maggiore successo. Inoltre, un recente aumento della resistenza agli antibiotici del P. acnes e gli effetti avversi provocati dai farmaci sistemici sono diventati ostacoli al trattamento dell’acne, spingendo così i medici a ricercare nuovi trattamenti alternativi con minori effetti collaterali, come la fototerapia a led.
Recentemente, è stato proprio dimostrato che una particolare porfirina batterica (composto chimico fondamentale per lo svolgimento delle funzioni vitali degli organismi), che P. acnes produce in maniera predominante come parte del suo normale metabolismo, può causare una reazione fotodinamica se esposta ad alcune lunghezze d’onda della luce. Questa reazione stimola la produzione di radicali liberi reattivi (ROS) che distruggono i batteri. Nello specifico, il picco di assorbimento della luce da parte delle porfirine batteriche è a 415 nm, che cade esattamente nella banda della luce blu.
Quindi, la luce blu è efficace per il trattamento dell’acne infiammatoria da lieve a moderata, inducendo la distruzione fotodinamica del P. acnes. Molti studi clinici lo hanno dimostrato, con varie percentuali di successo, sottolineando che non è stato riportato alcun effetto collaterale relativo alla fototerapia a led, ad eccezione di un lieve senso di calore, durante il trattamento, che comunque faceva sentire i pazienti a proprio agio.
Non solo, oltre al miglioramento delle lesioni acneiche, si sono evidenziati miglioramenti significativi:
- dei livelli di melanina (diminuiti notevolmente), quindi una diminuzione delle iperpigmentazioni (macchie)
- del tono e colore della cute
- della texture propria della cute
Giugno è il mese dedicato alla sensibilizzazione della popolazione riguardo il problema molto diffuso dell’acne. Parlarne un solo mese all’anno non è sufficiente perché l’acne non va in vacanza. Tra i trattamenti che possono essere effettuati tutto l’anno c’è proprio la fototerapia a led. Ed in questo diventa fondamentale l’utilizzo di una maschera a led di ultima generazione, la maschera con più led attualmente in commercio (770 led), la DEESSE PRO MASK. La Déesse Pro ha 4 lunghezze d’onda terapeutiche, blu, verde, rosso e infrarosso, con ben 6 modalità di emissione della luce. Il trattamento dell’acne con la Déesse Pro può durare da un minimo di 20 min ad un massimo di 30 min, per 2 volte a settimana, tutto l’anno. E’ importante essere costanti nel trattamento, perché questo riduce al minimo la frequenza degli episodi e aiuta nel mantenimento di una cute pulita, non infiammata e tonica.
Concludendo, la luce blu antimicrobica ha dimostrato essere un efficace approccio “drug free” che induce un potente effetto antibatterico, anche in combinazione con altre terapie topiche o sistemiche.
Non solo, la fototerapia a led con combinazione di luce blu e rossa è risultato un trattamento efficace, sicuro e non doloroso per l’acne vulgaris da lieve a moderatamente grave, in particolare per le lesioni dell’acne papulo-pustolosa. L’effetto superiore della luce mista potrebbe essere dovuto alla sinergia tra l’effetto antibatterico della luce blu e quello antiinfiammatorio della luce rossa.
La luce è una nostra solida alleata per combattere l’acne e tanti altri inestetismi della cute. Fondamentale è saperla utilizzare al meglio, mediante dispositivi certificati che ne attestino l’efficacia, come la Déesse Pro Mask (Harpar Grace Int.), e protocolli specifici e personalizzati per ogni paziente.
E voi, avete mai sofferto di acne? Che tipo di trattamento vi è stato proposto?
Dott.ssa Marta Serafino, Clinical Manager